Le perplessità che aleggiano attorno alla fatturazione elettronica sono ancora numerose, per quanto la procedura sia ormai a regime da più di un paio di mesi. Uno dei dubbi più diffusi ha a che fare con la procedura che è necessario seguire per visualizzare le fatture ricevute. Prima di spiegare l’iter passo dopo passo, vale la pena di specificare che una fattura elettronica si presenta come un file XML che è costituito da varie stringhe di caratteri. La posta elettronica certificata è uno dei metodi che possono essere utilizzati per ricevere le fatture elettroniche, consigliata sia alle piccole e medie imprese che ai privati.
Aprire le fatture sulle posta elettronica certificata
Una volta che la fattura elettronica è stata inviata – e quindi ricevuta – su PEC, il file XML può essere convertito in PDF in maniera semplice, e a quel punto si può leggere subito la fattura. I costi della posta elettronica certificata sono ridotti, e non va dimenticato che essa permette anche di inviare disdette relative ai servizi in abbonamento e, più in generale, di comunicare con gli enti della pubblica amministrazione. Sono tre, in ogni caso, i metodi a cui si può fare riferimento per ricevere la fattura elettronica: oltre alla PEC, infatti, è possibile scegliere tra il cassetto fiscale dell’Agenzia delle Entrate e una piattaforma ad hoc. Per la fattura elettronica è, per esempio, un nome che è bene tenere in considerazione, sia per la sua convenienza economica che per la comodità che garantisce.
Come usare la fattura elettronica
L’apertura delle fatture elettroniche e la loro fruizione sono semplici e agevolate anche nel caso in cui si decida di optare per un indirizzo di posta elettronica certificata e quindi di non utilizzare il codice univoco SDI, il quale – per altro – viene messo a disposizione unicamente di chi è in possesso della partita Iva. Tutto quel che bisogna fare per visualizzare la fattura è provvedere al download del file in formato XML direttamente dalla casella PEC, che può essere aperta su qualunque browser, per poi importare il file stesso su un programma ad hoc.
La storia della fatturazione elettronica in Italia
I subappaltatori della pubblica amministrazione sono stati, a partire dal mese di luglio dello scorso anno, i primi soggetti che hanno messo alla prova e utilizzato la fatturazione elettronica tra privati. Essi possono essere considerati, dunque, gli apripista per ciò che riguarda il sistema di certificazione e trasmissione che è stato messo a punto dall’Agid, l’Agenzia per l’Italia Digitale. Dall’inizio di quest’anno, come noto, l’obbligo di fatturazione elettronica è stato esteso a tutti, eccezion fatta per i contribuenti che rientrano nel regime dei minimi o nel regime forfettario. Si è dovuto dire addio, quindi, ai timbri e alle carte per fare posto al Sistema di Interscambio, grazie a cui le diverse parti in causa vengono supportate nella gestione delle fatture e nella loro consegna.
Come si trasmette una fattura elettronica
La stessa Agenzia per l’Italia Digitale ha provveduto a stilare il regolamento tecnico della fatturazione elettronica, secondo il quale le fatture private possono essere trasmesse al Sistema di Interscambio, oltre che con la posta elettronica certificata, con i servizi basati sul trasferimento FTP, tramite il client web che viene fornito dallo stesso SDI o utilizzando altri servizi web. Dal punto di vista formale non ci sono differenze tra le varie procedure, che si equivalgono tra loro: in altri termini, sul piano normativo che si decida di inviare una fattura con un sistema web based o tramite posta elettronica certificata non cambia niente.
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