Dyson vince la causa contro la Commissione Europea 1

Dyson vince la causa contro la Commissione Europea

Riceviamo oggi la sentenza emessa dal Tribunale dell’UE che dà ragione a Dyson sull’etichetta energetica e annulla il regolamento europeo in fatto di etichettatura degli aspirapolvere con filo, introdotto in Europa nel settembre 2014.

Il regolamento, elaborato dalla Commissione Europea, prevede che i test sugli aspirapolvere vengano eseguiti a contenitore vuoto senza polvere. A differenza degli apparecchi con tecnologia ciclonica, è possibile che la polvere accumulata durante l’utilizzo ostruisca gli aspirapolvere dotati di sacchetti e filtri, determinando spesso un calo della potenza di aspirazione.

Secondo Dyson, i test di laboratorio per l’etichetta energetica non sono rappresentativi del reale utilizzo del prodotto. Inoltre l’etichetta UE ha discriminato una specifica tecnologia, il ciclone brevettato Dyson.

Con questa storica sentenza, la corte stabilisce che l’etichettatura energetica dell’aspirapolvere è annullata. La Commissione deve di conseguenza creare un’etichetta coerente con la sentenza del tribunale: questo potrebbe richiedere l’uso di test con aspirapolvere a pieno carico.

Qui sotto lo statement Dyson sulla sentenza, incluso il background rispetto alle metodologie di test e alla timeline della vicenda giuridica.

Etichetta energetica: Revisione Giudiziaria

Statement per la sentenza dell’8 Novembre 2018

Quella di oggi rappresenta una buona notizia e una vittoria per i consumatori in Europa. Da tempo sosteniamo che la Commissione abbia commesso due violazioni legali a scapito dei consumatori europei e di Dyson.

I test di laboratorio per l’etichettatura energetica non sono rappresentativi del reale utilizzo del prodotto, come invece è previsto dalla legge dell’Unione Europea; e l’etichetta UE ha discriminato in modo evidente una specifica tecnologia: il ciclone brevettato Dyson. Ciò ha favorito i produttori tradizionali, prevalentemente tedeschi, che hanno esercitato pressioni sui funzionari della Commissione. Alcuni produttori hanno attivamente raggirato questo regolamento utilizzando in fase di test una bassa potenza del motore e avvalendosi della tecnologia per incrementarla automaticamente man mano che la macchina si riempie di polvere – così facendo, l’apparecchio appare più efficiente. Questo software ha consentito loro di eludere lo spirito del regolamento, con il beneplacito della Corte Europea che lo considera accettabile perchè adempie alla lettera la legge.

Nell’era del Dieselgate, è fondamentale che i consumatori si possano fidare di quello che le imprese dichiarano sui propri prodotti. Ma la Commissione ha avallato una misura che ha permesso ai concorrenti di Dyson di aggirare il sistema. Il processo legale è stato lungo, difficile e costoso, con le probabilità contro di noi. La maggior parte delle aziende non ha le risorse per lottare contro regolamenti di questo tipo. È terribile che questo comportamento illegale e scorretto sia stato appoggiato per così tanto tempo. -Portavoce Dyson Informazioni generali

L’etichetta energetica per gli aspirapolvere con filo fa parte delle direttive europee Ecodesign ed Etichettatura Energetica.

L’obiettivo di Ecodesign è quello di incrementare l’efficienza ambientale (ad esempio con l’introduzione del limite di 900W per gli aspirapolvere con filo), mentre quello dell’etichetta energetica è permettere ai consumatori di accedere con facilità alle informazioni sulle prestazioni dell’apparecchio.

Dyson ha sempre sostenuto le misure che incoraggiano una maggiore efficienza dei prodotti: proviamo sempre a fare di più consumando meno, ottenendo la massima performance da ogni joule di energia.

Dyson è stato il primo produttore a sostenere l’inserimento di limiti sulla potenza elettrica del motore – un mezzo molto efficiente per ridurre il consumo energetico.
L’etichetta energetica per gli aspirapolvere con filo è stata introdotta in Europa nel Settembre 2014 e riguarda le seguenti aree:

1. Classe energetica: si basa principalmente sul consumo energetico, con una penalità per le prestazioni più basse (classificazione da A+++ a G, dove A+++ è la classe migliore e G la peggiore).

2. Consumo medio annuo: la quantità di energia elettrica che l’aspirapolvere utilizza nel corso di un anno (kWh/annum).

3. Emissioni: la quantità di polvere immessa nell’aria dallo scarico dell’apparecchio (da A a G).

4. Rumorosità: il livello di rumorosità in decibel prodotto dall’aspirapolvere.

5. Efficacia di aspirazione su tappeti: la performance di aspirazione sui tappeti (A a G).

6. Efficacia di aspirazione su superfici dure: la performance di aspirazione su superfici dure e fughe (A a G).

Tuttavia questi regolamenti, elaborati dalla Commissione Europea, prevedono che i test sugli aspirapolvere vengano eseguiti a contenitore vuoto senza polvere. A differenza degli apparecchi con tecnologia ciclonica, è possibile che la polvere accumulata durante l’utilizzo ostruisca gli aspirapolvere dotati di sacchetti e filtri, determinando spesso un calo della potenza di aspirazione.
Di conseguenza, i consumatori si ritrovano ad acquistare un apparecchio che dichiara di appartenere alla classe energetica “A” (secondo i test a contenitore vuoto) ma, con l’utilizzo in casa e riempiendosi di polvere, la performance può scendere fino alla classe G.

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Nella sua attuale forma l’etichetta energetica è fuorviante per i consumatori e li dirige verso prodotti sbagliati. Inoltre pone in svantaggio la tecnologia Dyson, che raggiunge performance costanti e di alto livello.

Nel 2013, Dyson ha presentato un ricorso contro la Commissione Europea al Tribunale dell’Unione europea affermando che, per essere rappresentativo della reale esperienza del prodotto da parte del consumatore, il test sulla performance debba essere eseguito in condizioni reali d’uso – con il carico di polvere.

La prima sentenza del Tribunale dell’UE:

Nella prima sentenza dell’11 Novembre 2015, il Tribunale dell’UE ha respinto le istanze di Dyson e affermato che i test realizzati con il carico di polvere non sono affidabili o “riproducibili” e, pertanto, non applicabili. Questa decisione non prendeva in considerazione il fatto che un test a pieno carico di polvere fu concepito dalla International Electrotechnical Commission (Commissione Elettrotecnica Internazionale), un’organizzazione internazionale per la definizione di standard, e che viene adottato dalle associazioni dei consumatori e dai produttori di tutto il mondo. Inoltre ignora il fatto che altri elettrodomestici, come lavatrici, forni e lavastoviglie vengono testati a pieno carico.

Dyson testa i propri apparecchi sia in laboratorio sia all’interno delle abitazioni come parte fondamentale del suo processo di progettazione. Ricerche condotte da Dyson all’interno dei propri laboratori di test dimostrano quanto sia importante non solo testare gli apparecchi secondo gli standard IEC su polvere prodotta da DMT, ma anche con vero e proprio sporco domestico. È per questo che Dyson esegue test su diverse tipologie di sporchi presenti nell’ambiente domestico, come biscotti per cani, cereali Cheerios (sia nella versione europea sia in quella statunitense), polvere, lanugine e sabbia. Gli apparecchi vengono anche fatti cadere dall’alto, urtare contro le porte e spinti ripetutamente giù dalle scale.

Appello alla Corte di Giustizia dell’UE:

Dyson ha presentato ricorso alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea il 25 gennaio 2016 e l’11 maggio 2017 la Corte ha confermato il ricorso di Dyson contro la decisione del tribunale di grado inferiore affermando nella sua sentenza che per raggiungere tale conclusione questi “ha distorto i fatti”, “ha ignorato la sua stessa legge”, “ha ignorato le prove di Dyson” e “non ha rispettato il suo dovere di fornire motivazioni”.

Nella sentenza di ricorso, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha dichiarato che il test deve adottare, ove tecnicamente possibile, “un metodo di calcolo che consenta di misurare l’efficienza della prestazione energetica degli aspirapolvere in condizioni il più possibile vicine alle effettive condizioni d’uso”. Il caso è stato riconsegnato al Tribunale per essere riconsiderato.

Seconda sentenza del Tribunale dell’UE:

Attualmente Dyson sta aspettando la seconda sentenza del Tribunale dell’UE che verrà annunciata l’8 Novembre 2018 alle 09:30 CET (08:30 GMT).
Secondo Dyson il pubblico viene fuorviato mentre l’azienda si trova ingiustamente svantaggiata. Crediamo quindi di avere valide ragioni, ma siamo consapevoli di tentare qualcosa di molto difficile. Questo tipo di regolamento UE è stato sfidato con successo solo cinque volte nell’ultimo decennio.

Ecco due possibili esiti:

1. Vittoria – la corte stabilisce che l’etichettatura energetica dell’aspirapolvere è annullata e l’etichetta invalidata. La Commissione deve di conseguenza creare un’etichetta coerente con la sentenza del tribunale. Questo potrebbe richiedere l’uso di test con aspirapolvere a pieno carico.

2. Sconfitta – L’etichetta sopravvive nella sua forma attuale.
Qualunque sia il risultato, l’etichetta rimarrà in vigore per un minimo di due mesi e dieci giorni dopo la sentenza, periodo durante il quale la parte sconfitta potrà decidere se ricorrere in appello.

Se il Tribunale dell’UE si pronuncia a favore di Dyson ma la Commissione Europea decide di appellarsi, la sentenza è sospesa fino a quando l’appello non viene formalizzato (in tal caso l’etichetta rimane in vigore fino alla formalizzazione dell’appello).
Se Dyson vince come indicato nel punto 1 e la Commissione Europea non ricorre in appello, i produttori di aspirapolvere non sarebbero obbligati a usare l’etichetta, mentre coloro che scelgono di continuare a farlo dovranno seguire le norme su trasparenza e pubblicità leale. In questo caso, se le prestazioni di un aspirapolvere calano durante l’utilizzo, continuare a usare l’etichetta nella sua attuale forma potrebbe essere considerata una pratica fuorviante per i consumatori, lasciando i produttori aperti a sfide legali.

Causa BSH:

È importante precisare che la causa portata avanti da Dyson contro BSH è del tutto separata da quella avviata nei confronti della Commissione Europea rispetto all’etichetta energetica. Tuttavia mostra l’effetto negativo prodotto dal regolamento nell’incoraggiare le aziende a ridurre il consumo energetico dei loro apparecchi.
Nel 2015, Dyson ha presentato un ricorso contro BSH Hausgeräte GmbH (produttore di aspirapolvere di marca Bosch e Siemens) in diverse giurisdizioni europee. Dyson ha commissionato test di laboratorio indipendenti che hanno dimostrato come, pur ottenendo una classificazione energetica di livello “A” a contenitore vuoto, alcuni aspirapolvere Bosch e Siemens facevano uso di un sistema di controllo elettronico per aumentare la potenza del motore mano a mano che la macchina aspira la polvere. Durante la fase di test per l’etichettatura energetica, i consumi erano bassi, ma aumentavano durante l’uso. Secondo Dyson questa metodologia di test è fuorviante per i consumatori.

Il tribunale belga ha rinviato il caso alla Corte per chiarire i punti sui regolamenti europei, in particolare: è possibile essere conformi all’etichetta ma allo stesso tempo fuorviare i consumatori? E per quanto riguarda i produttori, dovrebbero questi aggiungere simboli per mettere in risalto l’etichetta?

Nel luglio 2018 la Corte Europea ha deciso a favore di Dyson e stabilito che i simboli aggiuntivi che BSH usava sul packaging degli aspirapolvere in questione non soddisfacevano i requisiti contenuti nella direttiva pubblicitaria e dovevano quindi essere rimossi. Tuttavia, il fatto che l’etichetta energetica omettesse informazioni sulle metodologie di test non è stato ritenuto fuorviante, in quanto non richiesto dal regolamento UE sull’etichettatura energetica. Nel prendere questa decisione è stato dimostrato come i regolamenti sull’etichettatura energetica rivestano un ruolo prioritario rispetto alle norme sulla pubblicità e sostengano un’etichetta che non è rappresentativa del mondo reale.

 

Massimo Uccelli
Fondatore e admin. Appassionato di comunicazione e brand reputation. Con Consulenze Leali mi occupo dei piccoli e grandi problemi quotidiani delle PMI.

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