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L’oggetto che non c’è

La digital fabrication come strumento di supporto alla riabilitazione.

Siamo tutti diversi. Questo il punto di partenza e il pensiero alla base del vasto e ambizioso progetto The Other Design voluto e sviluppato da Opendot, centro di ricerca e Fab Lab milanese dove design, tecnologia digitale e artigianato si fondono. Anziché produrre un oggetto solo, uguale per tutti, progettato più per la produzione che per le persone, si può lavorare su prodotti unici, fatti localmente, per risolvere le necessità ogni volta diverse degli utenti. Si può fare, insomma, un altro design. Si può fare design in modo inclusivo, rilasciando i progetti in open source per favorirne la diffusione e aumentarne l’impatto sociale. Lo si può fare incentivando la collaborazione tra i progettisti e gli utenti, usando tecnologie di fabbricazione digitale e producendo direttamente all’interno dei Fab Lab. All’interno di questo vasto pensiero la più recente applicazione operativa è il progetto L’oggetto che non c’è, nato dalla collaborazione a lungo termine tra Opendot e TOG – Together To Go, onlus che nel 2011 ha dato vita a un centro di eccellenza per la riabilitazione di bambini colpiti da patologie neurologiche complesse. Le due realtà si incontrano per fornire nuovi
strumenti utili all’attività riabilitativa della Fondazione TOG, ai suoi operatori e al personale clinico, oltre che ai genitori e alle famiglie dei piccoli pazienti.

Ponendosi come missione sociale la diffusione della co-progettazione con e per la disabilità, il percorso progettuale coeso e integrato tra Opendot e TOG si articola su più fronti:

  1. La progettazione di un software dedicato agli operatori di TOG per consentire l’acquisizione delle scansioni dei tutori in gesso creando un modello che possa poi essere stampato attraverso la stampa 3d generando dei tutori molto più leggeri, lavabili e personalizzabili. Nuove tecnologie, fabbricazione digitale e il know-how di Opendot supportano l’esperienza medico-sanitaria e le competenze specifiche di TOG per sviluppare progetti di innovazione ortopedica.
  2.  Il re-design di ausili, sistemi cognitivi e giochi, per la riabilitazione attraverso la progettazione allargata tra operatori sanitari, genitori, maker. Opendot e TOG ridisegnano insieme alle famiglie e ai bambini ausili sanitari per bambini con deficit motori, cognitivi o comportamentali, per fare ricerca e sviluppo a servizio dell’integrazione sociale. Il percorso riabilitativo e abilitativo ha lo scopo di sviluppare posture che aiutino i bambini nell’ apprendimento di gesti e movimenti specifici, favorendo le attività della vita quotidiana. Questo percorso ha inoltre l’obiettivo di far raggiungere ai bambini una maggiore autonomia, incentivandoli nell’inserimento alla vita sociale attraverso ausili adatti, esteticamente belli e utili
  3. La co-progettazione con alcune università per affrontare il tema della disabilità esplorando le potenzialità dell’approccio maker. Al tavolo della progettazione voluto da TOG e Opendot partecipano anche le scuole NABA e Domus Academy – in collaborazione con IKEA – attraverso corsi di co-progettazione allargata con genitori e figli che portano il loro contributo, le loro esperienze e necessità reali per sviluppare nuovi progetti di design, re-design e hacking di oggetti della vita quotidiana. Partecipa al progetto anche Niel Liesmons dell’Università di Gent con la sua tesi di Master “Custom Seating”, concepita per semplificare la progettazione e produzione di oggetti su misura, fatti con strumenti facili ed economici. Verso un nuovo modo di fare design, per un design accessibile a tutti, per tutti e soprattutto per ognuno, per diffondere un nuovo linguaggio. “L’oggetto che non c’è” è la nuova missione che unisce il mondo dell’autoproduzione e della fabbricazione digitale con le competenze cinesiologiche e neuromotorie nell’ambito della riabilitazione neurologica infantile, verso una progettazione sostenibile, accessibile e su misura.

L’OGGETTO CHE NON C’è TOG
La Fondazione TOGETHER TO GO (TOG) Onlus è un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale, nata alla fine del 2011. Ha sede a Milano, in Viale Famagosta 75, dove ha dato vita a un Centro di Eccellenza per la riabilitazione di bambini colpiti da patologie neurologiche complesse, con l’obiettivo di rispondere a un bisogno della città. I bambini curati nel Centro TOG sono affetti da lesioni del Sistema Nervoso, o di origine genetica o sviluppatesi nella vita intrauterina o conseguenti a traumi neonatali. Questi bambini hanno deficit motori, cognitivi, comportamentali e di comunicazione. Dopo la diagnosi, hanno bisogno di riabilitazione, che spesso è l’unica cura efficace. È una riabilitazione molto complessa perché deve essere in grado di affrontare la poliedricità dei problemi che le patologie coinvolte presentano. Inoltre, per incidere nella vita del bambino, la riabilitazione deve essere tempestiva, così da non perdere le tappe biologiche dello sviluppo, e deve essere adeguata, qualitativamente e quantitativamente. TOG non ha aiuti economici dalle istituzioni ed eroga le terapie riabilitative in regime di totale gratuità, sostenendosi con un’intensa attività di ricerca fondi. È con queste modalità che TOG si prefigge di curare i propri piccoli pazienti, offrendo a loro e alle loro famiglie strumenti per migliorare opportunità e qualità di vita.

OPENDOT
Opendot nasce dall’esigenza di dotdotdot, studio di progettazione e interaction design fondato a Milano nel 2004, di creare un vero e proprio laboratorio di fabbricazione digitale, uno spazio per la prototipazione rapida, per la ricerca, l’innovazione e la sperimentazione, come naturale sviluppo a supporto dell’attività svolta. Opendot è un Fab Lab, uno spazio di progettazione e produzione dove design, tecnologie digitali e artigianato si fondono e dove modelli d’innovazione alternativi generano soluzioni rivolte ad aziende, università, scuole, designer, imprese creative, giovani, cittadini. I promotori di Opendot sono progettisti del fare e creatori di cultura maker che abbracciano la filosofia della collaborazione e condivisione di conoscenza, ponendosi come punto di incontro tra nuove competenze e saperi tradizionali.

Lunedì 22 febbraio presso il Fab Lab di via Tertulliano 70, Milano
Opendot e TOG presentano “L’oggetto che non c’è” con un’esposizione dei progetti ridisegnati dalle due realtà e dagli studenti delle università coinvolte.
h 18.00 press preview
h 19.00 presentazione del progetto con esposizione

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Massimo Uccelli
Fondatore e admin. Appassionato di comunicazione e brand reputation. Con Consulenze Leali mi occupo dei piccoli e grandi problemi quotidiani delle PMI.

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